Un autobus militare è stato coinvolto nell’esplosione che in serata ha coinvolto la capitale della Turchia, Ankara. secondo il governatore Mehmet Kilikar si tratterebbe di un’autobomba del Pkk, il Partito dei Lavoratori Curdi illegale in Turchia. L’esplosione avrebbe provocato 28 morti e 60 feriti. Sarebbe stata architettata per colpire i rappresentanti che erano insieme al Presidente Erdogan al Parlamento. Il premier Ahmet Davutoglu ha rimandato la sua partecipazione al vertice UE di Bruxelles e ha dato ordine di interrompere le comunicazioni media circa l’attentato. Solo i comunicati ufficiali saranno diffusi in merito.
Per il governo di Ankara non ci sono dubbi, gli attentati degli ultimi mesi sono tutti ad opera del Pkk. Numerosi i tweet e post sui media che imputano l’atto al partito curdo. Omer Celik, portavoce del partito Akp del presidente Erdogan, su Twitter ha definito l’esplosione “un atto di terrorismo”. Da un lato dunque il governo limita la fuga di notizie, ma dall’altro orienta il comune pensiero, nazionale ed internazionale. Attualmente le indagini sono in corso e i media internazionali attendono aggiornamenti. Da quando l’estate scorsa la Turchia è tornata in guerra con la minoranza curda, l’ostilità è cresciuta da ambo le parti e gli scontri civili sono diventati più accesi. Uno degli esempi più eclatanti è stato l’omicidio del capo degli avvocati curdi, morto in una sparatoria nel centro storico di Sur durante un comizio.
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