Sono tante le istantanee che ci stanno regalando queste belle olimpiadi londinesi e tante sono anche le volte che stiamo vedendo il nostro tricolore issarsi sul gradino più alto del podio. Ma non è su una vittoria che vogliamo soffermarci in questa sede, ma su una sconfitta. Nel momento più alto dell’olimpiade italiana – oro, argento e bronzo nella gara di fioretto femminile – ci ha colpito lo svolto scuro, cinereo di Arianna Errigo: la ventiquattrenne, considerato un vero e proprio enfant prodige della scherma, dopo aver superato con sfrontatezza in semifinale Valentina Vezzali, nostro portabandiera e mostro sacro della disciplina, ha perso l’oro nell’ultima stoccata contro la connazionale Elisa di Francisca. Sul podio la gioia e l’orgoglio di cantare l’inno per la Di Francisca e la Vezzali: sguardo basso e svogliato della Errigo. Impressioni confermate dalle dichiarazioni raccolte qualche giorno dopo: “Sono rimasta chiusa in camera per le ventiquattro ore successive alla sfida perché non mi capacitavo: ero proprio arrabbiatissima. Ero lì per vincere e ho perso per una scemenza. Ma sono felice della mia scherma spettacolare, sempre all’attacco, che non specula sull’avversario. Meritavo io, ma mi sono comunque divertita”. E qualche giorno dopo per lei sarebbe venuto anche l’agognato orario proprio assieme alle “rivali-amiche” Vezzali e di Francisca: ma resterà indelebile quella sua rabbia giovane, così autentica, così olimpica.