Allegri: “Smettetela di rimpiangere Conte”.
Capisco che non sia un buon momento per la Juve – è la terza sconfitta stagionale in poche settimane, in trasferta arranca terribilmente – ma le dice anche un po’ male bisogna riconoscerlo. Nel momento in cui le cose non vanno al massimo o trova un superportiere come Perin davanti – uno che Buffon considera praticamente il suo figlioccio – oppure sbuccia pali e traverse, oppure pasticcia terribilmente in difesa e arriva il gol sul filo del fuorigioco che provoca il patatrac irrimediabile. A pochi secondi dalla fine. Da un pareggio che l’avrebbe lasciata tutto sommato tranquilla, si passa già al processo: funziona così. E dunque Genoa esplode di gioia, la Juve si ritrova con la prima sconfitta in campionato della stagione. Potrebbe corrispondere magari a quella di Firenze dello scorso anno, che interruppe la grande cavalcata della Juventus, ma anche la rilanciò per uno sprint straordinario. Ma non abbiamo la palla di vetro. I fatti dicono che la Juventus è in flessione e che Juventus e Roma sono di nuovo insieme.
Può essere anche una sconfitta che lascia il segno, certo. Nelle parole e negli occhi di Allegri si è notato un fortissimo disappunto. Che va ben al di là dell’arrabbiatura per il gol preso a tempo ormai scaduto, una difesa in forte sovrannumero rispetto al Genoa che quasi si fa autogol. Se Allegri dice che “i campionati non bisogna vincerli per forza con 128 punti, ma anche semplicemente facendo un punto in più del secondo” e rincara poi con “questo risultato ci deve servire da lezione, bisogna capire che a volte è meglio gestire un pareggio piuttosto che incassare una sconfitta” vuol dire che il continuo raffronto col passato di Conte comincia a eroderlo e stufarlo, sarà anche inevitabile ma non lo sopporta.
La sua Juve non è quella di Conte, non vuol fare lo stesso gioco, non vuol seguirne la stessa filosofia. Allegri vuol semplicemente cercare di vincere alla sua maniera. E non è semplice con la Roma che ti sta attaccata come una sanguisuga. Certo ci sarebbe poi da chiedergli perché dia più fiducia a Llorente che a Morata, perché si sia fatto sorprendere dalle scarsa condizione di Pirlo (ma questo l’avevamo già detto no?), perché nel cercare una sua strada del tutto personale rinunci al suo modulo di gioco (4-3-1-2) per scopiazzare forse anche male quello di Conte (3-5-2), che a sua volta per altro lo aveva scopiazzato da altri, ma è il peso del confronto col passato lo sta evidentemente segnando. E comunque questo casomai aggrava il quadro della situazione. Senza farne comunque un dramma, perché bene o male la Juve è sempre prima, e non è che la Roma stia dimostrando col gioco di essere poi così tanto superiore. L’ho già detto, più che dimostrare superiorità assoluta, ognuna approfitta del momento di debolezza dell’altra di solito in trasferta (il Sassuolo o il Genoa per la Juve, la Samp per la Roma) e così via.