Bettina Chen e Alice Brooks, due giovani ricercatrici della Stanford University, hanno creato Roominate, un set per realizzare bambole virtuali. Lammily, il prototipo di donzella creata dal set e inventata dall’artista Nickolay Lamm, è reale, ovvero rispecchia le caratteristiche di qualsiasi donna. Gli utenti decidono che look darle e cosa farle fare. Il modello più in voga è quello della scienziata in erba, che abbigliata in modo casual, con trucco semplice e poco marcato, si cimenta nei suoi primi esperimenti. Lammily nasce in effettiva opposizione a Barbie, modello maschilista stilizzato negli anni Cinquanta e purtroppo ancora molto imitato dalle donne, soprattutto statunitensi. In questo periodo, alcuni esemplari di bambole di plastica sono già stati prodotti e venduti. Alcuni detrattori di Nickolay Lamm, inventore di Lammily, hanno criticato le pose base della bambola poiché rispecchiano contemporaneamente l’ideale di donna sportiva, con ventre piatto e quello di ragazza alla moda, che veste Gap e J.Crew, brand che per economicità e popolarità, negli States sono pari ai nostri Berska e H&M. Dunque, così come la collega Barbie, Lammily impone un modello unico, cioè quello di ragazza sportiva, che coltiva la sua carriera.
“Il mio intento non è quello di dire Lammily è il prototipo di donna normale. Chi è diversa da lei non lo è. Piuttosto, vorrei conferire alle teenager un’immagine alternativa di bambola, con un corpo proporzionato. Il problema di oggi è che le ragazze sono troppo concentrate sul loro peso e spesso cadono nella trappola dell’anoressia o della bulimia per assecondare i modelli sociali ed essere accettate. Educando allo sport e a uno stile di vita più semplice, che si basi sulla coltivazione delle proprie aspirazioni, piuttosto che sul look, si potrebbe curare l’annosa piaga delle patologie psicosi alimentari e del bullismo”, ha dichiarato Nickolay Lamm, in risposta alle critiche.