Ieri le scene del Teatro Augusteo hanno ospitato il grande ritorno di Biagio Izzo con la nuova commedia “ESSEOESSE”. L’opera in due atti scritta con lo stile canzonatorio e ironico del comico napoletano e di Bruno Tabacchini, suo storico coautore, ha ricevuto una grande risposta di pubblico riempiendo la sala. Diretti dal regista Claudio Insegno, Biagio Izzo e Francesco Procopio sono due amici, Biagio e Francesco, che decidono di partire in vacanza da soli, senza mogli. Vinta una gara di karaoke durante il soggiorno, Francesco convince Biagio a godere del premio: un biglietto per sorvolare il deserto del Sahara con visita alle piramidi. Biagio però ha paura di volare, o meglio “che l’aereo precipiti”, dunque ingerisce sonnifero per sconfiggerla. Intanto l’aereo precipita e una carovana di berberi trae i passeggeri in salvo, tranne Biagio, che si è addormentato chiuso in bagno. Quando si sveglia, inizialmente non comprende di essere precipitato vicino a un’oasi deserta poiché gli appare il primo miraggio, il suo amico Francesco vestito da pilota che si trasforma in un controllore di autobus e in fine in un aereo. Poi capisce che ogni apparizione dell’amico sotto diverse spoglie è in verità un miraggio, comprende che l’unico modo per salvarsi ed ottenere un contatto con il mondo è inviare degli “ESSEOESSE” con la radio di bordo. Tuttavia, anche lo speaker lo canzona e prende in giro. Rassegnatosi, Biagio comincia a riflettere sui problemi della vita: la dipendenza dalla tecnologia dei giovani, l’eterna insoddisfazione dell’uomo moderno, la privacy, l’indifferenza dello Stato verso la “Terra dei fuochi”.
La critica rispetto a questo problema è stata ben strutturata dall’attore poiché inizialmente riassume lo stato di fatto delle cose: 50 chilometri di terra totalmente inquinata dagli scarichi provenienti dal nord d’Italia e Europa hanno infettato l’aria e ciò che mangiamo.
Successivamente presenta il colpevole materiale, cioè il malvivente che ha vinto gli appalti con l’inganno e che si sarà auto avvelenato a causa delle sua ignoranza e avidità;
Infine, rivela l’indifferenza e la giustificazione dello Stato, il quale si limita a dire che è impossibilitato nell’agire per mille intoppi burocratici. Dunque, la soluzione secondo Biagio Izzo è che un giorno lo Stato sostituirà il cartello “Benvenuti ad Acerra” con “Questa terra nuoce gravemente alla salute. Se ci vuoi vivere, fatti tuoi. Non vogliamo sapere niente!”, come fa con le avvertenze sul tabacco, di cui ha il monopolio e che si presenta come veleno al pari dell’inquinamento.
Commovente l’epilogo rispetto alla riflessione sulla vita che diventa morte e morte che diviene vita.
L’oasi e la radio sono i simboli della commedia, i simboli della riflessione. L’oasi rappresenta il luogo immaginario della mente al riparo dalla frenesia quotidiana, che nel caso di Biagio lo conduce a una brillante critica sulla vita moderna. La radio si pone come il mezzo con cui l’uomo cerca il contatto con la realtà, attraverso suoni e rumori, quando si isola dal resto del mondo o si sente solo.
La scena, caratterizzata dal deserto, una palma e dall’aereo caduto per l’atterraggio d’emergenza, è stata realizzata da Luigi Ferrigno, mentre i costumi sono stati scelti da Graziella Pera, costumista storica di Renzo Arbore in “Indietro Tutta”. Le vivaci e colorate coreografie sono di Manolo Casalino, primo ballerino e coreografo di numerosissime trasmissioni televisive. Le luci sono di Massimo Tomasino, le musiche di Jacopo Fiastri.