Home Spettacoli e Cultura Kokocinski arriva al MANN con la sua mostra personale

Kokocinski arriva al MANN con la sua mostra personale

NAPOLI- Dal 7 aprile al 5 giugno 2017 il poliedrico artista Alessandro Kokocinski sarà uno dei protagonisti del Museo Archeologico Nazionale con la sua mostra personale. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown” è il titolo particolarmente emblematico di una mostra che è un autentico ritratto interiore dell’artista. L’esposizione contempla infatti più di settanta opere polimateriche in cui la carta pesta, uno dei materiali preferiti da Kokocinski è molto presente per la sua funzione di medium. La mostra è articolata in sei aree, L’Arena, Pulcinella, Petruška, Sogno, Il Clown, Maschera Interiore. Ognuna mostra uno spaccato dell’animo dell’artista, sensibilissimo, in continua evoluzione. Animo attento all’essenza effimera dell’uomo, rappresentata in maniera toccante dal clown, quanto alla sua capacità di sognare tra luna e stelle. All’interno delle aree sono presenti tre grandi installazioni, Olocausto del clown tragico, Non l’ho fatto apposta (a cui si correda un contributo video con la partecipazione dell’attrice Lina Sastri) e Sguardo al futuro nascente, opera creata apposta per l’esposizione al MANN. La mostra, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski, è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo con la collaborazione tecnica dell’Associazione Civita.

Ad aprire la conferenza stampa dell’anteprima è stato il Dottor Paolo Giulierini, manager dei beni culturali e Direttore del MANN. L’illustre archeologo ha elogiato la cornice della mostra di Kokocinski costituita dagli affreschi e mosaici di Ercolano e Pompei e l’impegno del Prof.Avv. Emmanuele F.M.Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Italia Mediterraneo per il suo sostegno al fin di offrire questa mostra al grande pubblico. Il Direttore Giulierini, sulla base di precedenti mostre, prospetta un aumento del 15% dei visitatori per quest’anno, con l’ausilio di Kokocinski, andando a superare dunque i 500 mila del 2016. “Ciò che colpisce di più in una mostra sono l’estetica e soprattutto l’umanità dell’arte”, ha commentato parlando delle opere di Kokocinski.

L’artista ha seguito il filo del discorso affermando che l’arte non si parla, si fa.” I sentimenti sono la linfa di una civiltà in cui oggi noi non ci riconosciamo. Parte degli uomini sono liberi solo sognando. E’l’amore per la civitas, per la società degli uomini che sognano e vogliono realizzare un’utopia che mi porta a realizzare queste mostre”, ha affermato Kokocinski. Rispetto alla scelta di Napoli quale ospite per La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown, il richiamo è immediato, sia per la figura di Pulcinella nella cultura napoletana, che per i richiami al passato dell’artista. Infatti, Kokocinski, classe 1948, è nato a Porto Recanati da padre polacco, soldato della brigata anglo-polacca coinvolta nella battaglia di Montecassino, e da madre russa scampata alla deportazione nazista. Per questioni economiche e politiche Alessandro Kokocinski e la sua famiglia si trasferirono a Buenos Aires e nella zona industriale in cui viveva, spiccava il volo della canzone napoletana delle matrone. “Quel canto era il vero sole in quella zona e li ho conosciuto Napoli, che è la conclusione di un sogno e il principio di questo, della mostra. Un sogno di libertà.Io sono italiano e napoletano per la ricchezza culturale che questa città da’al mondo”, ha ribadito con orgoglio lo scultore.

Il puntuale intervento del Prof.Avv. Emmanuele F.M.Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Italia Mediterraneo ha toccato un tasto dolente, quello della cultura quale inesistente protagonista dello scenario collettivo europeo a seguito della recente Festa dell’Europa. Infatti, la cultura non è stata citata, “eppure è l’unico strumento di rinascita per il nostro paese”, ha affermato il mecenate. E’ stato citato al riguardo l’esempio delle sculture di Igor Mitoraj a Pompei e ad Agrigento, le quali hanno attratto migliaia di turisti. Esse sono dunque la dimostrazione che la cultura attrae più di ogni altra cosa. E che il privato sociale può fare tanto per la rinascita italiana. La Fondazione Terzo Pilastro-Italia Mediterraneo si pone quale epicentro in risposta alla negligenza della classe politica. “Ciò che affascina lo spettatore della mostra di Kokocinski è l’identità al di là di convinzioni culturali politiche e religiose. Opere che sono la testimonianza della grandiosità dell’arte”, ha concluso l’esimio Professore. In chiusura della conferenza, l’intervento dell’On.Antimo Cesaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il quale ha ribadito la consapevolezza del rapporto proficuo tra pubblico e privato tramite iniziative come l’esposizione dell’artista e di come il declino culturale che l’artista intravede gli permetta di usare l’arte come argine. “La spesa nella cultura, non è mai tale, ma piuttosto un investimento. Il pubblico e il privato, in uno sforzo sinergico potrebbero curare con questo investimento il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile, particolarmente crescente nel Mezzogiorno”, ha concluso Cesaro.