Home Attualità ALLARME COCA: Gioventù italiana bruciata

ALLARME COCA: Gioventù italiana bruciata

Neve, polvere d’angelo, bamba, bianca, bubbazza: questi i nomi d’arte. All’anagrafe del laboratorio è C17H21NO4, in quella della strada “cocaina”.

Fino a qualche anno fa era la droga dei ricchi. Dei vip, del mondo della moda. Ora è la droga di tutti, è la droga ufficiale del paese. Anzi la droga del sistema-paese, di quell’Italia efficiente e concreta che produce e muove l’economia.
Gesù di Nazareth non aveva ancora fatto il suo ingresso nel peccaminoso pianeta quando una popolazione sudamericana aveva iniziato a provare gusto dalla masticazione di certe foglie.
La coca è stata per l’impero Inca quello che per i romani è stato il vino. Elemento sacro e sacrale, mezzo per avvicinarsi al divino, rimedio contro le sofferenze: secondo il mito della civiltà andina, essa era il dono che il dio Sole aveva fatto a suo figlio per alleviare i dolori umani e infondere vigore alla nuova civiltà. Dato il carattere sacrale le leggi incaiche ne limitavano l’uso alla sola aristocrazia imperiale e alla potente casta sacerdotale. Servirebbe questo per smentire il luogo comune che vuole la droga frutto della degenerazione che porterà presto la tanto invocata “fine del mondo”. Si potrebbe dire,quindi, che il connubio tra droga e potere risale alle prime manifestazioni di civiltà umana. Un binomio che è durato millenni, ma che è stato corroso dalla democratizzazione dei tempi moderni: attualmente dire che è un polinomio è cosa fin troppo ottimistica. Oggi la cocaina è la droga di tutti, non più solo del politico o dell’artista ma di molta più gente, spesso insospettabile, di quanto si possa immaginare. Nel fiume Po ogni giorno ne viaggiano l’equivalente di ben quattro chili: non si tratta di donazioni alle creature marine ma dei residui che dalle urine finiscono negli scarichi e di conseguenza nel fiume. Per rendere l’idea di quanto siano quattro chili di cocaina, si pensi che un solo grammo può considerarsi quantitativo sufficiente per soddisfare le voglie giornaliere di due cocainomani, e che un grammo può costare dai 50 ai 120 euro. Non è più un fenomeno di elite: se una rondine non fa primavera, quel volume di “neve” fa un’emergenza. Il pericolo maggiore è dato dal fatto che i dati dimostrano una particolare attrazione dei giovanissimi verso questa droga, segno che oggi non basta più accendersi una sigaretta per dimostrarsi grandi. “Rhum e cocaina” recitava una canzone latino americana molto famosa: cantarla a squarciagola non è eresia perché in fondo la polvere bianca non fa più paura a nessuno. Fare mistero del suo utilizzo tra l’altro è poco di tendenza: la coca in fondo è figa, la usano anche Vasco Rossi, Pamela Anderson, Kate Moss. Maradona ne ha fatto strumento di distruzione, Marrazzo strumento di imbarazzo e di impeachement nella vicenda “Brendona”, mentre la “meglio gioventù” la usa come compagna di merende.  Una pallina da 13 euro, surrogato low cost di euforia e lenta distruzione, quanto basta per sentirsi al passo con gli altri, per sentirsi emancipati e indipendenti. Una pallina che fa più moda di tutto; che procura effetti alla moda: mancanza di appetito e sonno, surplus di adrenalina, eliminazione di freni inibitori, riduzione del senso di fatica. Dal muratore al parlamentare, passando per l’atleta: il delirio di onnipotenza è per tutti, e costa poco. Venghino signori venghino , costa solo tre soldi…

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