Non bastano le campagne per la prevenzione della diffusione del virus dell’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita). I casi continuano a crescere e dalle ultime stime si calcola che nel mondo sono 39,4 mln gli uomini contagiati da questa malattia che nella maggior parte dei casi porta alla morte. Di queste, 610.000 vivono nell’Europa centrale e meridionale; 1 milione nel Nord-America; 1,4 milioni nell’Europa dell’Est e nell’Asia centrale; 7,1 milioni nel Sud-est asiatico. L’area piu’ drammaticamente colpita rimane l’Africa sub-sahariana con 25,4 milioni di malati. Nel solo 2004 si sono registrate 4,9 milioni di nuove infezioni. Non solo gli adulti però vengono contagiati da questo virus letale ma anche i bambini, si parla di 2,2 milioni di bambini sotto i 15 anni affetti da questa malattia che viene trasmessa nella maggior parte dei casi perché non immunizzati quando il piccolo è nel feto della madre portatrice della malattia. Questo avviene soprattutto nei paesi sotto-sviluppati che hanno difficoltà a ricevere un semplice kit che se iniettato a gravidanza in corso può salvare il piccolo dalla trasmissione genetica della malattia. In Italia si calcola che ci siano almeno 20 mila malati di Hiv con 4 mila nuovi casi ogni anno.
Nuovi malati – Fino a qualche anno addietro i malati di Aids erano da ricercarsi soprattutto all’interno di una fascia di età giovanile, che potevano contrarre il virus perché infettati dall’uso in comune di siringhe per iniettarsi droga. Altra categoria era quella degli omosessuali che trasmettevano la malattia attraverso rapporti sessuali non protetti, che tutt’ora sono una delle principali cause di diffusione del virus, soprattutto nei paesi del ‘terzo mondo’ e non solo. All’alba del 22 secolo sono cambiati i portatori e contrattori della malattia. E’ aumentata l’età in cui viene contratto il virus e sono in netta crescita gli eterosessuali che attraverso rapporti non protetteti si ammalano sempre più spesso. Sono in aumento i casi di contrazione della malattia in età avanzata quando gli individui, soprattutto di sesso maschile, grazie alla famosa pilla blu, ritrovano vigore sessuale e sfruttando soprattutto la rete di prostituzione contrae la malattia. Ad avere un effetto negativo sulla diffusione del virus è però anche una mancanza di percezione di pericolo da parte dell’individuo sano. Recenti studi hanno dimostrato che si tende a sottovalutare la possibilità di contrazione dell’Aids attraverso rapporti sessuali non protetti o tramite l’esposizione a sangue infetto, questo fa si che la popolazione percepisca meno il pericolo e si esponga più facilmente ai rischi, usando meno precauzioni.
Persone normali – Le campagne di informazione e di prevenzione in Italia come nel mondo si susseguono ma il malato di Aids viene visto sempre in maniera un po’ critica dall’individuo sano. Molti sono i casi in cui i portatori del virus vengono emarginati dalla società e rischiano l’esclusione dalla stessa. Questo perché si ha paura che un semplice contatto possa determinare il contagio del virus
La soluzione – L’unico modo per risolvere l’annoso problema dell’Aids è il vaccino. E’ stato condotto infatti di recente uno studio su un significativo numero di adulti che ha dimostrato un certo grado di protezione. Il vaccino vero è proprio è ancora lontano dall’essere scoperto ma gli studi condotti in due province della Thailandia hanno fatto sperare i medici che lo hanno condotto. L’esperimento è stato portato avanti su oltre 16 mila volontari : per il 40% donne, in maggioranza dipendenti di fabbriche e di aziende commerciali impegnate nelle spedizioni di merci. A tutti i partecipanti al test sono state date lezioni su come evitare l’infezione Hiv, in primo luogo utilizzando i preservativi. Nel campione erano presenti pochi gay o persone abituate all’assunzione di droghe, i due gruppi che costituiscono la gran parte degli infetti Hiv in Nord America e in Europa. In Africa e nella maggioranza dei Paesi asiatici, invece, il canale più rilevante della diffusione del virus è il rapporto eterosessuale. I risultati sul campione umano hanno dato dei buoni esiti con una bassissima contrazione del virus che però può essere anche solo un fatto casuale. Intanto per Anthony S. Fauci, il direttore dell’Istituto Nazionale delle allergie e delle malattie infettive che ha finanziato parte della ricerca, del vaccino noto come Rv 144, durata sei anni, i risultati sono una pietra miliare. «Concettualmente, ora sappiamo che un vaccino è possibile. Non dico che quello finale sarà simile al vaccino utilizzato nel test – ha detto in una conferenza stampa – ma ora so che può essere creato». Altro modo per cercare di sconfiggere la malattia è il Raltegravir. Un ritrovato di origine italiana portato avanti dal Dipartimento del Farmaco dell’Istituto superiore di Sanità.La Food and Drug Administration visti i sensibili risultati positivi di questo nuovo farmaco ha dato il suo lasciapassare per la veloce commercializzazione del Raltegravir, che commercialmente viene chiamato Isentress e può essere applicato su pazienti adulti pre-trattati, con resistenze ad altri farmaci antiretrovirali.