È l’incubo dell’Africa, ma si teme che l’Ebola possa diffondersi in tutto il mondo. Ma è possibile davvero il contagio? E in Italia? Finora, il virus Ebola ha ucciso 672 persone e ne ha contagiate almeno 1.200 (secondo i dati Oms aggiornati al 4 agosto). Inoltre, il virus non è più “confinato” in pochi villaggi perduti nella foreste tropicali di Costa d’Avorio, Congo, Guinea e Sudan, ma è arrivato nella capitale della Guinea, Conakry, una città con più di un milione di abitanti. Ecco, perché il mondo è terrorizzato: il virus è altamente contagioso, con una percentuale di fatalità del 68 per cento tra le persone colpite. Ecco, quindi il parere di un esperto sulla possibilità di una diffusione in Italia. Parla con Oggi, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
“È estremamente difficile che il virus dell’Ebola arrivi in Italia”, spiega Giuseppe Ippolito a Oggi, “così come ritengo sia impossibile che si diffonda negli Stati Uniti. Innanzitutto perché i paesi occidentali sono già stati allertati ed hanno quindi avuto la possibilità di preparasi e attivare tutti i sistemi in grado di mantenere la situazione sotto controllo. L’Ebola potrebbe arrivare nel nostro Paese solo rimpatriando un concittadino rimasto contagiato nelle aree in cui l’epidemia è endemica. Ma in questo caso non c’è nessun richio per la popolazione in quanto vengono adottate speciali misure precauzionali previste per il rientro, come l’isolamento. In definitiva è quasi impossibile perdere il controllo della situazione”.
“A proteggere l’Italia anche il fatto che non abbiamo voli diretti con i paesi interessati”, continua Giuseppe Ippolito. “Per quanto riguarda invece il timore che siano i clandestini a portare il virus nel nostro paese, il rischio è meno di zero. Per arrivare da noi i clandestini dovrebbero affrontare un viaggio lunghissimo e difficile che per una persona infetta non è facile da superare. Inoltre, il periodo di incubazione dell’Ebola va da 1 a 21 giorni, ma è nella prima settimana che la maggior parte sviluppano i sintomi. In questo caso sarebbero i tempi di viaggio a proteggerci. È insomma difficile che un migrante contagiato, possa viaggiare per diverse settimane senza sviluppare la malattia. Infine, bisogna tenere presente che il virus Ebola non si trasmette facilmente come un raffreddore. Per contagiarsi bisogna entrare in contatto con i liquidi biologici del malato”.