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Je suis Ankara, perché no?

ankara az magazine

ANKARA- Negli ultimi mesi Ankara e la Turchia continuano ad essere vittime di attentati senza precedenti. Secondo il governo, responsabili degli atti sarebbero affiliati del Pkk, il partito dei lavoratori curdo. Numerose sono state le notizie e le foto trapelate subito ogni attentato. Molte sono state diffuse attraverso i social. Tuttavia, nonostante la Turchia e Ankara in special modo siano state più volte colpite da attentati, di cui l’ultimo ha mietuto 37 vittime, nessuno nel mondo dei social ha scritto “Je suis Turquie” come accaduto dopo l’attentato allo Charlie Hebdo o dopo Parigi. Lo sgomento è stato denunciato da James Taylor, un cittadino inglese residente da 18 mesi ad Ankara. Il giovane ha pubblicato un lungo post su Facebook che ha superato le 33mila visualizzazioni, esponendo un’accurata riflessione su come gli attentati di Parigi, Londra e New York abbiano destato l’empatia di molti e di come invece le sofferenze del popolo turco siano passate in secondo piano.

“E’ stato molto facile guardare con orrore gli attacchi che hanno subito Londra, New York, Parigi e provare dolore e tristezza per quelle vittime, quindi perché non è lo stesso per Ankara? E’ perché semplicemente non capite che Ankara è una città non diversa da queste?, scrive Taylor e aggiunge” se non riuscite a provare gli stessi sentimenti per Ankara allora dovreste chiedervi il perché”. Il giovane riassume brevemente la congettura mentale del popolo dei social. Sostiene che secondo l’opinione pubblica la Turchia non sia Europa, ma una parte del Medio Oriente poiché musulmana e vicina alla Siria. Ciò sarebbe la causa della mancata empatia, che in realtà dovrebbe sorgere per qualsiasi attentato terroristico in qualsiasi parte del mondo, a dispetto della locazione, della religione dominante e degli accordi politici.

L’inglese conclude in maniera concisa e graffiante il post, chiedendo: ” Siete stati Charlie, siete stati Parigi. Sarete Ankara?” Al popolo dei social l’ardua sentenza, la conferma del pensiero di Taylor o la sua smentita.