l sapore amaro dell’astensionismo, assaggiato alle regionali in Emilia Romagna e alle primarie del Pd in Veneto, è ora sulla bocca di Matteo Renzi.
Sebbene continui a dire che il partito del non voto sia “un aspetto secondario”, da non tenere in considerazione, il premier è in caduta nei sondaggi.
Gli italiani sembrano non fidarsi più delle sue promesse e delle sue slide. “Il premier arretra di 5 punti rispetto ad ottobre, passando dal 54% al 49% – spiega Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera – sebbene prevalgano sia pure di poco i giudizi positivi, è la prima volta che Renzi scende al di sotto della fatidica soglia del 50%”. Ma non è l’unico a doversi preoccupare. L’altro in caduta libera è Beppe Grillo. Il comico è, infatti, precipitato all’ultimo posto nella classifica sui leader più apprezzati dagli italiani. Pure i suoi “vaffa” e le sue espulsioni hanno stufato.
Tiene il centrodestra. Anche nella fiducia che i leader di area raccolgono tra gli italiani. Tolto Renzi, che nonostante il caso rimane saldo in testa, la classifica è fatta solo e soltanto dai “capitani” del centrodestra. Matteo Salvini si piazza, infatti, al secondo posto aumentando il proprio consenso di cinque punti. Passando dal 28% al 33%, il leader del Carroccio riduce in misura significativa la distanza da Renzi che a fine ottobre era di 26 punti mentre oggi è di 16 punti. Seguono Giorgia Meloni con un gradimento dal 28% e Silvio Berlusconi che, nonostante l’impossibilità di fare politica in prima persona, mantiene il 25% dei consensi. Chiude Angelino Alfano che conserva una fiducia al 22%. Gli altri leader della sinistra sono, invece, ben sotto la soglia del 20%. Pur guadagnando qualcosa sulle sciagure di Renzi, Nichi Vendola non va oltre il 18%, ma fa sicuramente meglio di Grillo che, con un ulteriore calo di due punti, crolla al 17%.
A livello politico è il calo di Renzi a far maggiore rumore. Dopo aver “alimentato nei cittadini aspettative estremamente elevate, tutte all’insegna del cambiamento, un cambiamento profondo e soprattutto rapido”, il premier si trova a gestire infatti partite ancora aperte sullo sfondo di una situazione economica che continua ad essere negativa. “Il presidente del Consiglio – spiega Pagnoncelli sul Corsera – perde consenso soprattutto presso i segmenti sociali più toccati dalle difficoltà economiche (piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e disoccupati) e in parte anche tra gli elettori del Pd (come Anche dopo le regionali Berlusconi mantiene il proprio consenso conseguenza del Jobs act) mentre si consolida il gradimento tra le persone meno giovani e i pensionati”. Ed è qui che entra in gioco Salvini. È lui a intercettare maggioramente questo malumore “aumentando il consenso proprio tra i segmenti che sono più delusi dal premier (lavoratori autonomi e disoccupati), tra i pensionati e ceti più popolari, mentre fatica ad accreditarsi tra quelli più istruiti e nella classe dirigente”. In questo modo erode il bottino che Grillo si era messo da parte in anni di “vaffa”. In un solo anno il comico genovese ha bruciato (quasi) tutto.
Secondo Pagnoncelli, Grillo è in difficoltà “sia per la competizione di Salvini sul terreno della protesta sia a seguito delle dinamiche interne al movimento che in questa settimana hanno portato all’espulsione di altri due esponenti”. Il nodo della democrazia interna al Movimento 5 Stelle è, infatti, diventato un vero e proprio tallone d’Achille per tutti i grillini. Ma a “rubare” voti al comico ci pensa anche la Meloni che, secondo il sondaggista, “ha alcuni tratti in comune con Salvini: viene apprezzata dai lavoratori autonomi e dai pensionati (molto meno dai disoccupati) ma si distingue dal segretario della Lega per un maggiore sostegno tra le donne”.
Fonte: www.ilgiornale.it