Il saggio va di moda. “Mentre il mondo cade a pezzi”si sente in effetti il bisogno nemmeno troppo latente di una guida che ci conduca in un porto sicuro in tempi di mare “periglioso”. La storia è cicilica, e non a caso questa necessità si avvertiva anche secoli or sono quando a Sparta era un Comitato di Saggi, la gherusia, a decidere le sorti di una polis storicamente abile nell’arte della guerra, ma anche dedita a sperimentare forme di democrazia. Nel V secolo a.C i Saggi spartani si presentavano come un manipolo (trenta) di ultrasettantenni nominati dall’aristocrazia locale che difendeva cosi’ i propri interessi dalle interferenze dell’assemblea popolare chiamata “apella”. Venticinque secoli dopo il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un momento di difficile transizione politica, affida le sorti dell’Italia a una decina di vetusti illuminati, esperti in egual numero di diritto ed economia. E il risultato non deve essere stato troppo diverso da quanto avvenne a Sparta centinaia di anni prima se il Presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Francesco Sabelli, ha bollato come “fortemente insoddisfacenti e di ispirazione conservatrice” le proposte di riforma varate dai dieci saggi. Ci sarebbe in esse infatti nelle decisioni prese in tema di giustizia “scarsa attenzione ai temi dell’innovazione dell’informatizzazione e dell’organizzazione del sistema, ma anche – osserva il presidente dell’Anm- ai temi del contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Non si parla di voto di scambio, di falso in bilancio nè di autoriciclaggio e non si affronta neanche il tema della prescrizione”.
I saggi, quindi, non si sono dimostrati tali. L’avesse saputo prima Papa Francesco, salito un mese or sono al soglio di Pietro tra un unanime e trasversale consenso…. Pare che infatti anche Papa Bergoglio abbia deciso di affidarsi, stavolta per volontà divina, alla creazione di un “gruppo” di otto cardinali, provenienti dai cinque Continenti, per “consigliarlo nel governo della Chiesa universale” e per “studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus”, quella che regola l’ordinamento della Curia Romana dai tempi di Giovanni Paolo II. E proprio come è avvenuto nelle sedi istituzionali italiane, anche questo “gruppo” illuminato avrà “poteri consultivi e non decisionali”. Dieci Saggi in Italia, Otto Saggi in Vaticano. L’esito sarà lo stesso di sempre? Beati i popoli che non hanno bisogni di saggi…