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Angelina Jolie, mecenate della mappatura genetica

Il caso di Angelina Jolie, che si è recentemente sottoposta a una mastectomia preventiva, ha aperto un acceso dibattito presso la Corte Suprema statunitense sul costo della mappatura genetica, strumento tramite il quale la diva avrebbe scoperto di essere predisposta al cancro al seno, causa della morte di sua madre. Infatti, la Myriad, società di ricerca medica specializzata nello studio, nella prevenzione e nella cura del cancro, possiede il brevetto della mappatura genetica, rendendone esosa la richiesta e non consentendo ad altri centri di ricerca di sviluppare un “prodotto” simile. Quindi, al fine di rendere accessibile a tutti  la mappatura genetica, senza essere miliardari e al solo scopo di prevenire il cancro, la Corte Suprema ha aperto il mercato a tutte le società di ricerca, le quali potranno presentare i propri brevetti  e propri costi di prodotto. Secondo alcuni, questa libertà di mercato indurrebbe una “ansia” da tumore: sempre più persone vorranno sapere quanto vi sono predisposti o se vanno in contro a tare genetiche, come malattie alla tiroide e simili. Inoltre, una mappatura cromosomica nei feti, potrebbe indurre molti genitori ad abortire, in caso di predisposizione al cancro.

C’è da chiedersi se, in virtù di un ambiente e di un’aria sempre più  inquinata, nei luoghi ad alto tasso di tumori avverrà una corsa alla ricerca o come sarebbe più logico, una corsa alle politiche a favore dell’ambiente e contro l’inquinamento. Inoltre, l’etica guiderà il buon senso degli americani, oppure si andrà in contro a una serie di automutilazioni preventive che provocheranno probabilmente disagi psicologici, le cui cure incideranno pesantemente sulla spesa pubblica statunitense?