Mai come in questo calciomercato si è visto un uso inflazionato del concetto di Top Player. Noi Italiani, si sa, amiamo fare dei calchi diretti dall’Inglese nella nostra lingua ma perlomeno succede quando il significato del concetto è di dominio pubblico. Assistere, quindi all’incredibile caleidoscopio di definizioni su cui si stanno man mano cimentando i vari giocatori, allenatori e presidenti delle squadre di serie A, non ha prezzo. Sarà che il nostro amato campionato sta diventando man mano più povero economicamente, ma la ricerca di un top player, ovvero di un campione di valore riconosciuto da qualsiasi esperto di calcio a prescindere dal tifo, è ormai un elemento fondamentale in ogni rosa. D’altronde la stessa tifoseria lo chiede a gran voce, convinta di poter puntare a traguardi importanti solo con giocatori di quel calibro. E i tifosi sono una parte importante degli introiti societari e vanno accontentati, o frattanto imboniti.
L’allenatore della Juventus Antonio Conte, poi, ha sdoganato il termine di top player low-cost perché il tecnico cerca sì “un campione, ma per come gioca, non per quanto costa: un colpo alla Vidal” – ha detto ieri in conferenza stampa dal ritiro di Chatillon. Conte ha così confermato alcune tendenze importanti che emergono in queste ultime sessioni di calciomercato, e se lo dice l’allenatore della Juventus ci possiamo perlomeno fidare : per ambire a grandi vittorie, alle squadre di prima fascia servono dei campioni affermati; devono costare possibilmente poco perchè i soldi sono pochi; devono rivelarsi dei veri affari dall’alto rendimento, per una eventuale cessione a prezzo triplicato; agli Italiani piace troppo l’Inglese, fa molto intellettuale.
Quantità, qualità e profitto, come il trasferimento di Nocerino al Milan o Cambiasso (nel 2004 dal Real Madrid a parametro zero) all’Inter, per intenderci. Top player o meno, non è importante quanto si paghino o come si chiamino, quel che conta è il loro rendimento e le somme tirate a fine stagione. Una cosa buona da questa apparente mancanza di liquidità i club la stanno imparando: laddove c’è poco denaro, ci s’ingegna alla ricerca scrupolosa del prossimo talento nascosto. Ds e osservatori sono già al lavoro. In ultima analisi, c’è bisogno di calcio giocato perchè di definizioni si è stanchi, sperando che questo mese di fantacalcio e voli pindarici linguistici passi presto.