“Abbiamo tanti progetti. Se vuoi aiutardi a realizzarli, ecco il nostro Iban”. Richiesta di un’associazione no profit che chiede soldi? No, è il messaggio che sempre più frequentamente accompagna le partecipazioni dei futuri sposi. Variano formula e cartoncino a seconda delle coppie, ovviamente, ma la sostanza non cambia: niente lista nozze e nemmeno lista viaggio. Dateci i soldi, direttamente. E la richiesta viene infilata nella lettera d’invito alle nozze.
Certo, qualcuno potrebbe dire: niente di nuovo sotto il sole. E’ la tradizionale “busta” tramutata in versione digitale. E’ anche vero che quella era una tradizione riservata ai parenti o alle persone più in confidenza con gli sposi. Ora invece gli invitati rischiano di sentirsi tutti un po’ “bancomat”. Anche se poi tante coppie si impegnano per far sapere come hanno speso il budget donato, inviando una foto del mobile acqustato, della casa ristrutturata, del viaggio compiuto piuttosto che della barca comprata. E c’è persino chi si acquista un’intera collezione di libri per arredare il salotto.
L’IBAN come segno della crisi? In tempi di magra è meglio avere liquidità pronta da spendere per gli acquisti essenziali.Ma è anche un segno dei tempi che cambiano: aumentando le convivenze prima delle nozze, sono sempre più numerosi gli sposi che hanno già una casa e che magari hanno viaggiato insieme per mezzo mondo. Quindi, per il regalo di nozze danno spazio alla fantasia: c’è persino chi sceglie di salvare un monumeto storico, chi pianta alberi, chi fa un’adozione a distanza.
Wedding planner ed esperte di galateo nuziale, però, concordano: pollice verso di fronte alla richiesta di un versamento sul conto corrente. “Anche se molto dipende dal modo in cui questo viene fatto – spiega ad Affar la wedding reporter Heidi Busetti -. Non boccio in assoluto l’idea di chiedere soldi piuttosto che fare una lista nozze o lista viaggio, così si evitano regali inutili o di cattivo gusto. Ma non sono assolutamente d’accordo sul far accompagnare la partecipazione direttamente dall’IBAN. Gli sposi devono avere il piacere di chiedere che regalo fare ai futuri sposi e i dati per il versamento vanno dati solo in un secondo momento, magari via mail. Io ho fatto così quando mi sono sposata, dicendo addirittura ai miei invitati di non fare i classici ‘calcoli’ economici per stabilite quanto versare. Il regalo non va fatto in proporzione alla sontuosità del matrimonio, dev’essere una scelta libera, non un obbligo imbarazzante”.